sabato 28 gennaio 2012

TIPOLOGIE: le  specie  coltivate  sono  25  ma  solo due  sono universalmente  sfruttate, la Arabica  e  la Robusta. La Arabica è definita "principe del caffè" in quanto rappresenta  il 70%  del  mercato  mondiale e può  essere  di  due  tipi: l'arabica  lavato  e  l'arabica  naturale.  L'Arabica  lavato  è  prodotto  in  Messico,  America Centrale, nella parte settentrionale del Sud America,  India  e  Nuova  Guinea  mentre  l'Arabica naturale proviene soprattutto dal Brasile e dall'Etiopia. La qualità "Robusta", invece, rappresentante circa il 25% del mercato mondiale,  ha  origine  prevalente Africana (Costa d'Avorio, Uganda e Congo)  ma con produzioni anche in Brasile, Vietnam  ed  Indonesia.  TOSTATURA: è  la  pratica  con  cui si  cuoce  il caffè  crudo  per  ottenere la  miscela  finale  che  giungerà  nelle tazzine  del  bar  o  in  quelle  di  casa. A  seconda  dei  paesi  ci  sono  diverse  pratiche  di tostatura,  in  Italia  la  più  comune  è  quella  detta "spinta"  che  conferisce  ai  cicchi  tonalità  brune  senza  però  arrivare  a  renderlo troppo amaro come invece  si  arriva  a  fare  in  altre  zone  del  mondo. La  tecnica  consiste  nel  trattare  i  chicci  crudi  con aria  calda  tra  i  180  e  i  240  gradi  per  arrivare  ad avere  la  miscela  di  caffè  tostata  al  punto  giusto.DECAFFEINATO: la caffeina è un alcaloide presente nei chicchi di caffè ed ha un'azione stimolante ed eccitante sul sistema nervoso. Per questo la sua  assunzione è sconsigliata a determinate categorie di persone, come gli insonni o i cardiopatici. Per ovviare a  questo  inconveniente  sono  state messe a punto  tecniche per estrarre la caffeina dal caffè mantenendo comunque  le  caratteristiche  organolettiche  del prodotto. La  decaffeinazzione  viene   praticata  sul  caffè  crudo  prima della tostatura  utilizzando  diversi  metodi. Uno tra i più comuni, utilizzato anche   da noi, è  quello  chiamato "a vapore"  che  attraverso  un  procedimento  con  anidride carbonica e vapore  permette  di  estrarre  la  caffeina senza  far  perdere  al  prodotto  le  suè  qualità.  Il  chicco  di  caffè  nasce  dal  seme  di  una  pianta  sempreverde appartenente alla famiglia delle rubiacee del genere coffea, da cui prende chiaramente il nome.

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